Cosa dire ...
non so ...
avevo in mente tante cose da scrivere in modo da usare questo spazio come "memoria"per ricordare i momenti belli e quelli brutti casomai in un futuro venissi colta da Alzheimer ... ma ho come un vuoto di memoria ...bhà sara l'ora o forse mi sta gia cogliendo...
Ma è stata una serata parecchio emozionante sono arrivati i primi apprezzamenti/critiche su di un lavoro che mi è costato tanto in fatica e tempo ...ma che mi sta gratificando parecchio ...
E ricomincio da qui perché ad oggi(ieri a dire il vero) ho deciso di rimettermi in gioco, gioco sospeso
tre anni fa quasi dopo la notizia dell'arrivo del mio pupetto ...
Periodo che andando a ritroso ricordo molto confusionale e come spesso succede dovessi riviverlo
lo affronterei diversamente ...ma questo è un altro discorso e non so se avrò un'altra occasione ...
I multi vasi di Pandora
Non siamo giornalisti e questo blog, conseguentemente, non é un giornale o robe cosí. Per ora siamo solo un gruppo di cazzari che hanno un idea, poi vediamo
Quanti approdano qui
sabato 20 agosto 2016
Ricomincio da qui
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#il diario:monologo interiore
La signora Silvana nasce nel 2015
è una blablaologa vi parlera di guerre , olimpiadi , carciofi stufati,braccio di ferro ,bruchi mela bla...bla...bla ...fino ai giorni nostri anzi fino a domani in cui bla...bla...bla...
domenica 17 maggio 2015
- Recinzione quarta in parti due -
- Che ti piacesse aver ragione l'avevo intuito, ma che arrivassi a questo punto pur di averla, proprio non lo avrei mai creduto!
- ...E quale punto sarei arrivata, secondo te?
- Al punti di farti falsa e bugiarda!
- Ma che dici? Falsa e bugiarda io?
- Sì proprio tu!
- Ma tu sei pazzo!
- No, io ho ragione!
- Ma se anche tu l'avessi, cosa cambierebbe? Con la ragione non ci si riempie la pancia né si sta caldi d'Inverno!
- Invece cambia tutto! Cambieresti tu e cambierei anch'io di conseguenza!
- Ma come conseguenza di cosa? Di una semplice bugia?
- Una bugia non ha proprio nulla di semplice!
- Invece sì! E' stata la prima cosa che mi è venuta in mente...
- Lo vedi come sei? Metti delle pezze che sono peggiori del buco!
- Ma che dici? Ma quali pezze? E soprattutto quale buco?!
- Quando fai finta di non vedere come stanno le cose non c'è proprio niente da fare...
- Ma quali cose dovrei vedere?
- Devi vedere tutto, tutto nella sua interezza e nello stesso momento! Altrimenti non va bene!
- Ma quanti occhi dovrei avere per vedere il mondo tutto assieme?!
- Di occhi ne bastano due, anche se sono chiusi, purché siano attaccati ad un cervello, e ad un cuore anche!
- Quindi io sarei una cieca senza cuore né cervello secondo te...?
- Sì, a volte lo sei!
- E quali volte lo sarei, di grazia...? Fammi anche un solo esempio!
- Per esempio adesso!
- Adesso non conta!
- E perché non conterebbe?
- Perché adesso non è ancora finito!
- Dici che potrebbe migliorare?
- No, dico che potrebbe diventare peggio!
- Peggio di così?
- Sì…
__________________________________________
- Ma vedi, io supponevo che tu…
- Se usi l’imperfetto, è come se stessi giustificandoti. Hai supposto o supponi ora?
- Ho supposto, supponevo, suppongo… non farne una supposta!
- Non è una supposta, il punto è che è vietato supporre, tu, o chiunque, non deve supporre, se no poi gli tocca giustificarsi, se dice che lo stava facendo; e se sbaglia supposizione, non c’è nessuno che possa correggerlo!
- E’ impossibile non supporre! Se anche non lo dichiarassi, lo farei lo stesso, significherebbe non potersi conoscere
- No, significherebbe solo non potersi prevedere
- No, significherebbe non potersi aspettare, non potersi progettare, tu dovresti saperlo bene…
- Uhm, forse, se alludi a quella sensazione per cui qualsiasi cosa si faccia non va bene, però immagina che bello se la smettessimo tutti di supporre
- Ma bello un corno! Senza la possibilità di aspettarsi qualcosa da un altro, saremmo chiusi come ostriche. Vuoi essere un’ostrica? Proprio tu che non ci somigli per niente
- Smettila! Stai supponendo ancora, limiti la mia libertà di sorprenderti. E’ un delitto, questo.
- E’ legittima difesa, o, al minimo, io lo chiamo affetto...
- Io lo chiamo paura
- La paura ha un qualche sottile filo ben ritorto che l’allaccia all’affetto… Sei presuntuosa se non lo supponi.
- Ah, che bella cosa! Rovesci i termini del discorso, nel momento stesso in cui stai supponendo che io sia presuntuosa!
- .. perché ti voglio bene, lo posso dire
- No, no e no! Lo capisci “no”? No. Come potrei distinguere questa cosa che tu vuoi far passare per manifestazione di affetto, da quello che si chiamerebbe invece “pregiudizio”?
- E che ha di così orrendo il pregiudizio? Il pregiudizio è ciò che mi consente, per esempio, di non apprezzare troppo il tuo amico Ernesto.
- Perché? Cos’ha che non va?
- Ti sta sempre addosso e mi pare che a te non dispiaccia.
- Ma è come un fratello per me! Lo sai…
- Lo so, ma non lo suppongo…
- Perché sei pieno di pregiudizi, e non te ne accorgi neanche, anzi, non sarebbero pregiudizi se te ne accorgessi, o lo sarebbero meno, perché se ne potrebbe parlare…
- Per quel che serve parlare…senza supporre!
- Su questo forse…
- No, non darmi ragione, non la voglio la tua ragione, ora sono stanco…
- Che ti piacesse aver ragione l'avevo intuito, ma che arrivassi a questo punto pur di averla, proprio non lo avrei mai creduto!
- ...E quale punto sarei arrivata, secondo te?
- Al punti di farti falsa e bugiarda!
- Ma che dici? Falsa e bugiarda io?
- Sì proprio tu!
- Ma tu sei pazzo!
- No, io ho ragione!
- Ma se anche tu l'avessi, cosa cambierebbe? Con la ragione non ci si riempie la pancia né si sta caldi d'Inverno!
- Invece cambia tutto! Cambieresti tu e cambierei anch'io di conseguenza!
- Ma come conseguenza di cosa? Di una semplice bugia?
- Una bugia non ha proprio nulla di semplice!
- Invece sì! E' stata la prima cosa che mi è venuta in mente...
- Lo vedi come sei? Metti delle pezze che sono peggiori del buco!
- Ma che dici? Ma quali pezze? E soprattutto quale buco?!
- Quando fai finta di non vedere come stanno le cose non c'è proprio niente da fare...
- Ma quali cose dovrei vedere?
- Devi vedere tutto, tutto nella sua interezza e nello stesso momento! Altrimenti non va bene!
- Ma quanti occhi dovrei avere per vedere il mondo tutto assieme?!
- Di occhi ne bastano due, anche se sono chiusi, purché siano attaccati ad un cervello, e ad un cuore anche!
- Quindi io sarei una cieca senza cuore né cervello secondo te...?
- Sì, a volte lo sei!
- E quali volte lo sarei, di grazia...? Fammi anche un solo esempio!
- Per esempio adesso!
- Adesso non conta!
- E perché non conterebbe?
- Perché adesso non è ancora finito!
- Dici che potrebbe migliorare?
- No, dico che potrebbe diventare peggio!
- Peggio di così?
- Sì…
__________________________________________
- Ma vedi, io supponevo che tu…
- Se usi l’imperfetto, è come se stessi giustificandoti. Hai supposto o supponi ora?
- Ho supposto, supponevo, suppongo… non farne una supposta!
- Non è una supposta, il punto è che è vietato supporre, tu, o chiunque, non deve supporre, se no poi gli tocca giustificarsi, se dice che lo stava facendo; e se sbaglia supposizione, non c’è nessuno che possa correggerlo!
- E’ impossibile non supporre! Se anche non lo dichiarassi, lo farei lo stesso, significherebbe non potersi conoscere
- No, significherebbe solo non potersi prevedere
- No, significherebbe non potersi aspettare, non potersi progettare, tu dovresti saperlo bene…
- Uhm, forse, se alludi a quella sensazione per cui qualsiasi cosa si faccia non va bene, però immagina che bello se la smettessimo tutti di supporre
- Ma bello un corno! Senza la possibilità di aspettarsi qualcosa da un altro, saremmo chiusi come ostriche. Vuoi essere un’ostrica? Proprio tu che non ci somigli per niente
- Smettila! Stai supponendo ancora, limiti la mia libertà di sorprenderti. E’ un delitto, questo.
- E’ legittima difesa, o, al minimo, io lo chiamo affetto...
- Io lo chiamo paura
- La paura ha un qualche sottile filo ben ritorto che l’allaccia all’affetto… Sei presuntuosa se non lo supponi.
- Ah, che bella cosa! Rovesci i termini del discorso, nel momento stesso in cui stai supponendo che io sia presuntuosa!
- .. perché ti voglio bene, lo posso dire
- No, no e no! Lo capisci “no”? No. Come potrei distinguere questa cosa che tu vuoi far passare per manifestazione di affetto, da quello che si chiamerebbe invece “pregiudizio”?
- E che ha di così orrendo il pregiudizio? Il pregiudizio è ciò che mi consente, per esempio, di non apprezzare troppo il tuo amico Ernesto.
- Perché? Cos’ha che non va?
- Ti sta sempre addosso e mi pare che a te non dispiaccia.
- Ma è come un fratello per me! Lo sai…
- Lo so, ma non lo suppongo…
- Perché sei pieno di pregiudizi, e non te ne accorgi neanche, anzi, non sarebbero pregiudizi se te ne accorgessi, o lo sarebbero meno, perché se ne potrebbe parlare…
- Per quel che serve parlare…senza supporre!
- Su questo forse…
- No, non darmi ragione, non la voglio la tua ragione, ora sono stanco…
mercoledì 29 aprile 2015
Perle di saggezza di Madame Tebé: consigli pratici per i pipini molli
Hei, dico a te.
Si si. Proprio a te, fauna maschile dell'allegra brigata del picio mollo inconsapevole.
In effetti per il mio primo articolo, avevo preparato una storia succosa di sangue e tradimenti, in quanto sia il sangue che i tradimenti sono tra i miei argomenti preferiti insieme ai cadaveri, le orchidee, la decomposizione umana, la storia...ma ho deciso di accantonare tutto, per dedicarmi a te, caro il mio picio mollo inconsapevole.
Sto lampo di genio non é tutta farina del mio sacco, nel senso che di la nel forum, nel 3d Tentazioni aperto da Minerva, gran sex symbol di tradimento.net, si é finiti a parlare di te.
Che fai cilecca.
Reiteratamente.
E cosa peggiore, neghi l' evidenza. E si. La neghi. Sei un portatore di pelle di daino che ti permetti pure di fare battute sul tuo cazzo come se fosse imparentato con un cementificio.
É questa la cosa che fa incazzare a mina, ed é di questo che voglio parlare.
Intanto faccio una precisazione. Non mi occuperó di pelli di daino in coppia, se una decide di innamorarsi di qualcuno con problemi erettivi, liberissima. Anzi tutta la mia stima per il coraggio e l ' abnegazione, ma voglio affrontare il problema dalla parte di quelle che decidono di farsi una scopata randagia e si trovano sto disastro.
C'é da uscirci fuori di testa. Magari siamo sposate, fidanzate o comunque in coppia e abbiamo fatto i salti mortali che manco al circo Orfei vedono, per ritagliarci tre ore in motel con te, che apparentemente hai tutte le cosine a posto, e invece. Nelle mutande.
il nulla.
La prima volta te la puoi giocare.
L'emozione della situazione, il kaimano alla brace che ti sei magnato la sera prima, la nottata di canne e birra con i tuoi amici cerebrolesi...non c'é limite a quello che puoi inventare per dare una giustificazione alla tua debacle, e se poi sei un maestro del cunnilingus diciamo che ci mettiamo una pezza e una seconda chance te la diamo.
Ma.
Se anche la seconda volta per farmci venire ti affidi al cunnilingus e non al supposto cementificio in mezzo alle gambe...beh...le scuse questa volta devono essere davvero convincenti. E tu devi essere un figo spaziale anche fuori dal letto, quindi con sinapsi funzionanti e una cultura universitaria per avere la terza chance. Sempre per il dogma, che se noi leggiadre femmine fedifraghe rischiamo di farci beccare dall'evento diritto per venire in motel a scambiare fluidi con un toy...il gioco deve valere il rischio. Anche quella piú di bocca buona tra noi, vuole il minimo sindacale.
E delle sabbie mobili nelle mutande e non un cementificio, non vale il rischio. E sorvolo sul minimo sindacale.
E quindi, se anche la terza volta si palesa il triste evento...
Diamoci un taglio e affrontiamo la realtà.
Non mi devo fare un culo come una porno diva per fartelo rizzare, non sono la tua fidanzata e sono talmente sicura di me e della mia figositá a 360 gradi che trascende anche l'etá, che non mi sfiora nemmeno l'idea che in qualche modo io abbia contribuito in negativo, al barzanottesimo agonizzante che hai in mezzo alle gambe, perché IO lo faccio rizzare in un nano secondo, oltre a fare dei pompini che sembrano defibrillatori quindi la colpa é del tuo corpo cavernoso che non funziona. Stampatelo in testa.
E basta con sta storia che non ti capita mai, perché a questo punto una qualsiasi donna sana di mente, oltre a non crederti, farebbe pure molta fatica a non romperti il setto nasale con una leggiadra gomitata.
Ecco perché all'inizio parlavo di pelle di daino inconsapevoli.
Siete voi. Voi che vi ostinate a negare un fatto oggettivo.
E un picio mollo quando non dovrebbe esserlo é un fatto oggettivo.
Oggettivissimo.
Che in se non sarebbe nemmeno un problema, ma é l'incaponirsi che fa raccapriccio.
La negazione non é tollerabile. Davvero. E rende la vostra debacle assolutamente pietosa. Una di quelle pagine di storia da nascondere ai posteri o raccontare alle amiche, facendosi quattro risate
E non é tollerabile nemmeno il dopo, quando giustamente venite sfanculati con grazia (o anche no) e vi chiedete perché.
Sará mica per quello?
No guarda, é perché sei scemo oltre che mentitore, e il cazzo moscio é proprio la prerogativa che cerco per farmi una storia di sesso extra coniugale.
Mica voglio qualcuno che mi faccia ballare la rumba sempre sul cazzo. O che mi faccia ululare alla luna anche se sono le due del pomeriggio.
No no. Che schifo sentire un bel cazzo duro in mezzo alle gambe.
Mi viene da vomitare solo al pensiero.
Quasi svengo dal raccapriccio.
...
...
...
Senti scemo, guarda che capita cosí. Magari ci credi pure se te lo dicono. Perché la tua inconsapevolezza raggiunge livelli che solo il fantasy.
E questo fantasy si tocca quando tu, inconsapevole, dopo che sei stato sfanculato, ti permetti di fare battute erotiche...come se le tre volte fossero state tipo gang bang tutti contro tutti e orgasmi multipli a rotazione.
Cioè. Tu. Fai. Battute erotiche?
Tu?
Intanto, cretino, se pensi che le donne abbiano tutte la memoria di un criceto, ti assicuro che anche la piú smemorato tra noi avrà sempre marchiato in testa quei tristi momenti, quindi negare o tentare di gettare fumo negli occhi della memoria, non aiuta la tua causa. Anzi. La peggiora decisamente.
Ma perché poi, ti metti in questa posizione da minchione?
Bene.
La mia prima pillola di saggezza é stata erogata, e spero che tu, da domani veda un medico, o magari la smetti di far ridere i polli nei motel, che ti assicuro non c'é niente da ridere.
Vediamo chi puntare la prossima volta.
Magari i leccatori di ciotole, quelli che si spacciano per degli assi del cunnilingus e poi.
Appunto.
Leccatori di ciotole.
E maledizione, sono la maggioranza lá fuori.
Si si. Proprio a te, fauna maschile dell'allegra brigata del picio mollo inconsapevole.
In effetti per il mio primo articolo, avevo preparato una storia succosa di sangue e tradimenti, in quanto sia il sangue che i tradimenti sono tra i miei argomenti preferiti insieme ai cadaveri, le orchidee, la decomposizione umana, la storia...ma ho deciso di accantonare tutto, per dedicarmi a te, caro il mio picio mollo inconsapevole.
Sto lampo di genio non é tutta farina del mio sacco, nel senso che di la nel forum, nel 3d Tentazioni aperto da Minerva, gran sex symbol di tradimento.net, si é finiti a parlare di te.
Che fai cilecca.
Reiteratamente.
E cosa peggiore, neghi l' evidenza. E si. La neghi. Sei un portatore di pelle di daino che ti permetti pure di fare battute sul tuo cazzo come se fosse imparentato con un cementificio.
É questa la cosa che fa incazzare a mina, ed é di questo che voglio parlare.
Intanto faccio una precisazione. Non mi occuperó di pelli di daino in coppia, se una decide di innamorarsi di qualcuno con problemi erettivi, liberissima. Anzi tutta la mia stima per il coraggio e l ' abnegazione, ma voglio affrontare il problema dalla parte di quelle che decidono di farsi una scopata randagia e si trovano sto disastro.
C'é da uscirci fuori di testa. Magari siamo sposate, fidanzate o comunque in coppia e abbiamo fatto i salti mortali che manco al circo Orfei vedono, per ritagliarci tre ore in motel con te, che apparentemente hai tutte le cosine a posto, e invece. Nelle mutande.
il nulla.
La prima volta te la puoi giocare.
L'emozione della situazione, il kaimano alla brace che ti sei magnato la sera prima, la nottata di canne e birra con i tuoi amici cerebrolesi...non c'é limite a quello che puoi inventare per dare una giustificazione alla tua debacle, e se poi sei un maestro del cunnilingus diciamo che ci mettiamo una pezza e una seconda chance te la diamo.
Ma.
Se anche la seconda volta per farmci venire ti affidi al cunnilingus e non al supposto cementificio in mezzo alle gambe...beh...le scuse questa volta devono essere davvero convincenti. E tu devi essere un figo spaziale anche fuori dal letto, quindi con sinapsi funzionanti e una cultura universitaria per avere la terza chance. Sempre per il dogma, che se noi leggiadre femmine fedifraghe rischiamo di farci beccare dall'evento diritto per venire in motel a scambiare fluidi con un toy...il gioco deve valere il rischio. Anche quella piú di bocca buona tra noi, vuole il minimo sindacale.
E delle sabbie mobili nelle mutande e non un cementificio, non vale il rischio. E sorvolo sul minimo sindacale.
E quindi, se anche la terza volta si palesa il triste evento...
Diamoci un taglio e affrontiamo la realtà.
Non mi devo fare un culo come una porno diva per fartelo rizzare, non sono la tua fidanzata e sono talmente sicura di me e della mia figositá a 360 gradi che trascende anche l'etá, che non mi sfiora nemmeno l'idea che in qualche modo io abbia contribuito in negativo, al barzanottesimo agonizzante che hai in mezzo alle gambe, perché IO lo faccio rizzare in un nano secondo, oltre a fare dei pompini che sembrano defibrillatori quindi la colpa é del tuo corpo cavernoso che non funziona. Stampatelo in testa.
E basta con sta storia che non ti capita mai, perché a questo punto una qualsiasi donna sana di mente, oltre a non crederti, farebbe pure molta fatica a non romperti il setto nasale con una leggiadra gomitata.
Ecco perché all'inizio parlavo di pelle di daino inconsapevoli.
Siete voi. Voi che vi ostinate a negare un fatto oggettivo.
E un picio mollo quando non dovrebbe esserlo é un fatto oggettivo.
Oggettivissimo.
Che in se non sarebbe nemmeno un problema, ma é l'incaponirsi che fa raccapriccio.
La negazione non é tollerabile. Davvero. E rende la vostra debacle assolutamente pietosa. Una di quelle pagine di storia da nascondere ai posteri o raccontare alle amiche, facendosi quattro risate
E non é tollerabile nemmeno il dopo, quando giustamente venite sfanculati con grazia (o anche no) e vi chiedete perché.
Sará mica per quello?
No guarda, é perché sei scemo oltre che mentitore, e il cazzo moscio é proprio la prerogativa che cerco per farmi una storia di sesso extra coniugale.
Mica voglio qualcuno che mi faccia ballare la rumba sempre sul cazzo. O che mi faccia ululare alla luna anche se sono le due del pomeriggio.
No no. Che schifo sentire un bel cazzo duro in mezzo alle gambe.
Mi viene da vomitare solo al pensiero.
Quasi svengo dal raccapriccio.
...
...
...
Senti scemo, guarda che capita cosí. Magari ci credi pure se te lo dicono. Perché la tua inconsapevolezza raggiunge livelli che solo il fantasy.
E questo fantasy si tocca quando tu, inconsapevole, dopo che sei stato sfanculato, ti permetti di fare battute erotiche...come se le tre volte fossero state tipo gang bang tutti contro tutti e orgasmi multipli a rotazione.
Cioè. Tu. Fai. Battute erotiche?
Tu?
Intanto, cretino, se pensi che le donne abbiano tutte la memoria di un criceto, ti assicuro che anche la piú smemorato tra noi avrà sempre marchiato in testa quei tristi momenti, quindi negare o tentare di gettare fumo negli occhi della memoria, non aiuta la tua causa. Anzi. La peggiora decisamente.
Ma perché poi, ti metti in questa posizione da minchione?
Bene.
La mia prima pillola di saggezza é stata erogata, e spero che tu, da domani veda un medico, o magari la smetti di far ridere i polli nei motel, che ti assicuro non c'é niente da ridere.
Vediamo chi puntare la prossima volta.
Magari i leccatori di ciotole, quelli che si spacciano per degli assi del cunnilingus e poi.
Appunto.
Leccatori di ciotole.
E maledizione, sono la maggioranza lá fuori.
venerdì 10 aprile 2015
Recinzione terza in parti
due
-...per questa ragione e
per quello che ti ho detto prima, quando qualcuno parla di "forza
centrifuga" mi viene un po' da sorridere.
-...
-Ehi, ma mi stai
ascoltando?
-...Cosa? Scusa, ero
distratta...
-Quindi non hai ascoltato
niente di quello che ti ho detto?
-Ma no! Ti ascoltavo
davvero... Fino ad un certo punto almeno...
-E fino a che punto, di
grazia?
-Il punto preciso non lo
so, però è stato un po' prima che mi ricordassi che Sabato alle 10.15 ho un
appuntamanto dalla parrucchiera.
-Ok, ma oggi è Lunedì e
le parrucchiere sono chiuse...
-Peccato...
-Va bene, ma ti ricordi
qualcosa di quello che ho detto?
-Mi hai detto
"Ciao"...
-Ma quello è stato due
ore fa!
-Mi ha anche detto che
avevo delle belle scarpe...
-Quello è stato il mese
scorso!
-Che pignolo che sei!
-Ma non è pignoleria, è
che non sei tanto carina a non ascoltare la gente che ti parla...
-Ora che c'entra il mio
aspetto fisico?
-Aspetto fisico?
-Va bene, lo so che ho la
pelle un po' secca, ma è Primavera e c'è vento, quindi è normale: me lo ha
detto anche l'estetista. Mi do la crema due volte al giorno sai? Credi forse
che io faccia apposta ad avere queste screpolature?
-Ma non dicevo carina in
quel senso...!
-Vuoi criticare
qualcos'altro in me? Dài, spara pure a zero!
-Ma ti ho detto che non parlavo
del tuo aspetto esteriore!
-Cioè, quindi tu mi stai
dicendo che sono brutta dentro...
-No, ma che stai dicendo?
-Lo vedi allora che non
mi ascolti!
-Ma sì che ti sto
ascoltando invece, e ti rispondo anche!
-Non è vero! Tu mugugni
solamente, al massimo mi dici "Sì, sì...", ma in realtà non te ne
frega niente di quello che dico!
-Ma cosa dici?
-Lo vedi che non mi stai
ascoltando?!
-Ma sì che ti ascolto! E
se qualche volta ti sembra che non lo faccia è solo perché magari non capisco
tanto bene quello che dici...
-Non è vero! Tu, mentre
io ti racconto delle mie giornate, pensi solo ai fatti tuoi... Se ti avessi mai
chiesto la tua opinione, sono certa che non avresti neppure saputo cosa
rispondere!
-Ma tu non mi hai mai
chiesto la mia opinione...!
-Se anche te l'avessi
chiesta, tu non te ne saresti neppure accorto!
-Ma non è vero! Che dici?
-Lo vedi che mi stai
ignorando ancora?
-Ma se ti sto parlando da
due ore... Cosa vuol dire per te "ignorare"?
-Vuol dire fare come fai
tu con me quando fai le cose che fai!
-Ma che risposta è?
Questo non significa "ignorare", questo significa "vivere"!
-E quale sarebbe la
differenza tra le due cose?
-Ok, hai ragione: non c'è
nessuna differenza…
*******************************************************************
-Parla, ti sto
ascoltando…
-Se mi stai ascoltando,
che bisogno hai di dirlo?
-E’ per sottolineare la
mia disposizione tutto-orecchi
-E secondo te ce n’era
bisogno; vuol dire dunque che le altre volte non mi ascolti?
-Ma certo, ti ascolto
sempre, è un modo di dire, insomma…
-Insomma, sei sicuro che
vuoi sapere ciò che ho da dire? Sicuro sicuro?
-Pensi che non saperlo
cambierebbe qualcosa?
-Piuttosto lascerebbe
zone di silenzio, ecco…
-Possono essere
gradevoli, certe zone di silenzio...
-Aggiungi “lo sappiamo
bene io e te” e non potrai sapere quello che ho da dire!
-Non stavo per aggiungere
niente…
-Però mi guardi con occhi
che dicono proprio che siamo complici e..
-E il mio tutto-orecchie
non basta a dire che ci metto solo e soltanto le orecchie?
-Mmm...Non intendevi
questo con “tutto-orecchi” prima…
- Prima era prima, ora mi
sento un po’ stropicciato, ma sono tutto-orecchi, cosa c’è che non va?
- C’è che ti preferirei
distratto, ma non è ciò che devi sapere…
-Ma io sono distratto!
Dimentico sempre i calzini tra le pagine del “Malleus maleficarum” lo sai…
- Eh, fosse quella la
distrazione… A te si può parlare mentre stai mangiando il tiramisù della nonna
Pina e memorizzi le sillabe, fossi scema…
- Ma allora la questione
non è che io sappia o ignori, ma che io capisca senza parere, insomma il
problema è che non sono adatto a sapere, perché so già?
-E bravo…
- Beh, ma i dati che
vorresti ora farmi sapere non li ho…
- Li capti
- Ma niente affatto. Tu
mi sopravvaluti, al solito…
- Veramente no, ma ti
piace crederlo
- Cosa hai da farmi
sapere?
- Niente, appunto.
Dimmelo tu.
- Non penso mai a ciò che
non so, ho troppe cose a cui pensare, anche questo sai..
- Ma ti interessa sapere
ciò che non sai?
- Me lo dici allora? Non
ti sembro abbastanza tutto-orecchi?
- Sei curioso?
- ….
- Se ti dico che ho speso
mille euro per quelle scarpe che ti piacevano?
- È il dato?
- È il dato.
- Erano tanto belle, sì,
ma non ci credo
- Non credi che io possa
fare una simile follia, vero?
- Ora sei tu che fai la
complice, ricorda che sono tutto-orecchi
- Scusa, hai ragione…
- Comunque non ci credo,
ho visto sì una volta a Ginevra in una vetrina un paio di scarpe in piumino
giallo, forse in pelo di pulcino, costavano più di mille euro, quindi esistono,
ma tu non sei andata a Ginevra, altrimenti l’avrei saputo.
- Quindi non credi che io
abbia potuto comprarle solo perché sai che non sono andata a Ginevra, non
perché io non avrei mai potuto spendere quella cifra… Mi hai stancato
tutto-orecchi, mettici del tuo…
- Tu non compreresti un
paio di scarpe da mille euro, contenta?
- Ma non è questo che
dovevo farti sapere…
- Eh, lo sapevo già
- Non con le orecchie
- Non con le orecchie.
mercoledì 25 marzo 2015
Recinzione seconda
Recinzione seconda
-Ma dài! Non può essere
vero!
-Invece ti dico di sì!
-Cioè, secondo te i
maschi e le femmine sono uguali?
-Sì, te lo ripeto per
l'ennesima volta: anche se sembrano diversi, in realtà sono uguali!
-Aspetta, tu dici che se
uno passa e ci vede, cioè io, coi capelli biondi e i boccoli e te, con quella
barba di una settimana e tre capelli di numero in testa, ci scambia per la
stessa persona?!
-No, ma non uguali in
quel senso! Quello è solo il lato esteriore, l'apparenza! Se togli queste cose
del tutto insignificanti ed arrivi al succo, troverai che non c'è davvero
nessuna differenza tra noi due, così come non c'è nessuna differenza tra tutte
le donne e tutti gli uomini del mondo!
-Questo un po' mi
offende...
-E perchè mai?!
-Cioè, non solo stai
dicendo che i maschi e le femmine sono la stessa cosa, ma stai velatamente
insinuando che io, e dico e ribadisco, io, sarei uguale a tutte, e dico tutte,
le altre donne del mondo?
-Un attimo, aspetta, non
è che intendessi proprio questo... Tu mi stai fraintendendo... Tu sei una
persona unica, sia al confronto delle altre donne che degli uomini, hai una tua
individualità e sei speciale, ma sotto altri aspetti sei, come lo siamo tutti,
sullo stesso piano degli altri e delle altre...
-E quali sarebbero queste
cose che ho e che sono uguali a quelle degli altri? Su, dài, sentiamo cos'hai
da dire a tua discolpa stavolta...
-E perché dovrei dire
qualcosa a mia discolpa?!
-Non rispondere ad una
domanda con un'altra domanda! Maleducato e cafone!
-Scusa...
-Allora perché io sarei
come tutte le altre sciacquette del pianeta?
-Ma veramente io non ho
mai detto questo...
-Spiegati in fretta che
sto perdendo la pazienza!
-Ok, ok, ma non importa
che ti alteri, e rimetti nella borsetta quello spray al peperoncino per
favore...
-Tu cerca di spiegarti
bene e forse lo farò, in caso contrario ti informo che ho anche il teaser qui
dentro...
-Ma quello è illegale!
-Anche la stupidità di
certi uomini dovrebbe esserlo!
-Va bene...
-Sto ancora aspettando.
-Un attimo, cos'è che ti
dovevo dire?
-Tutti uguali voi uomini!
-Ecco: lo vedi che sei
già d'accordo a metà con quello che ti stavo dicendo?!
-Ma "d'accordo a
metà" non vuol dire niente...
-E invece sì, se sei già
convinta che tutti gli uomini sono uguali fra loro, mi basta solo convincerti
che anche per le donne vale la stessa cosa, poi mi basta trovare almeno un uomo
ed una donna che non abbiano differenze ed io gioco è fatto...
-Il tuo discorso è un po'
troppo capzioso...
-Grazie per il
complimento, anche le tue scarpe sono belle!
-Veramente il mio non era
un compl... Oh, le hai notate! Vero che sono un amore? Quando sono passata
davanti alla vetrina di **** in via **** le ho viste e mi hanno colpita subito,
poi erano anche in saldo!
-Ti stanno un incanto!
-Grazie, anche le tue sneackers
con la suola parzialmente staccata e un filo elettrico al posto del laccio
sinistro sono molto trendy... Ma, aspetta, di cosa stavamo parlando prima?
-Del fatto che, anche se
le altre donne vorrebbero essere uguali a te, tu rimani inarrivabile!
-Oh, che galante! Ma io
non sono nulla di speciale, anzi! Sai, io mi sono sempre considerata proprio
come tutte le altre!
-Su, ora non fare la
modesta! Anche a me non piace vantarmi anche quando dovrei... Ma tu sei davvero
unica!
-Già, io e te siamo fatti della stessa pasta,
siamo proprio uguali...
domenica 8 marzo 2015
La Recinzione
La Recinzione
In questa rubrica Farfarella vi accompagna nell'affascinante mondo dei paletti, mostrando tecniche di fabbricazione antiche e ultime, per paletti d'ogni forma e consistenza: dai Marshmallow a Echelon, dalla matita 2B al pen-drive, davvero vari sono i paletti. Ve n'è anche di tradizionali, s'intende, dipende dal terreno: un conto è Malebolge, un conto la Giudecca.
- Recinzione Prima -
- Ecco: ci siamo noi e ci sono gli altri.
- Eh, ma questa non è mica una distinzione difficile! Bella forza!
- E invece ti sbagli, perché è proprio questa la prima separazione, il primo e più grosso paletto che piantiamo.
- Ma non è un paletto che piantiamo noi, piuttosto ce lo piantano gli altri!
- Ti prego di non essere volgare...
- Scusa...
- Per esempio, quando una donna ti guarda con quella faccia un po' marpiona di una che ti vuol portare a letto, tu cosa pensi di lei?
- Che è lesbica.
- Ok, ma solo perché anche tu sei una donna! E se fosse un uomo?
- Che non è gay.
- Bene, cambiamo esempio. Quando vai dal fornaio a comprare tre panini al latte, lui cosa vuole da te?
- Se non c'è nessuno mi chiede di pagarglieli in natura nel retrobottega, se invece c'è altra gente si accontenta di un euro e sessanta.
- Cambia fornaio.
- Perché?
- Non importa...
- Uffa...
- Insomma, se non capissimo la differenza tra noi stessi e gli altri, non riusciremmo né ad avere qualcosa che ci manca e neppure a dare ciò che abbiamo noi a chi ne ha bisogno.
E' questa distinzione che innanzitutto origina la coscienza di essere incompleti e, in seconda battuta, il desiderio di interagire con gli altri.
- Cioè, senza questa cosa della distinzione, allora io non avrei bisogno di nessuno e sarei felice da sola senza andare dal fornaio?
- Ehm, diciamo che potresti anche metterla così, ma non è proprio questo quello che intendevo...
- Ehi, ma che bello! E' tipo essere un fornaio amante di sé stessi, il tutto nella stessa persona!
- Beh, sì, anche, ma il punto è che questa cosa è impossibile, proprio perchè piantiamo quel primo paletto che è la distinzione fra noi e gli altri...
- Allora io quel paletto non lo voglio, e se mi ricordo dove l'ho piantato lo vado a levare appena passo da quelle parti...
- Mi sa che non hai capito che quello è un paletto metaforico che è inevitabile avere, altrimenti, per esempio, io e te saremmo la stessa persona e io non avrei bisogno di parlarti perché tu sapresti già tutto.
- Cioè, senza quel paletto io sarei un fornaio e tu te ne staresti zitto?
- Sì...
- Ok, vado a toglierlo subito!
- Ma dove stai correndo? Ti ho detto che è una metafora!
- Non mi interessa di che materiale è fatto! Lo toglierò comunque!
- Ma ti ho detto che è una cosa impossibile!
- Staremo a vedere... Però dai, proprio oggi che è la festa della donna, ora che ci penso rinuncio. Per oggi rinuncio.
- Solo perché è la festa della donna? Che ingrata... e poi continui a credere di poter levare questo paletto ...
- Sì, infatti, mi piace l'idea di palpare una cosa fatta di metafora. Ma l'ingrato sei tu: non vedi che vengo dalla tua parte, anche se non sei per niente simile al mio fornaio? Anzi, di più. Facciamo che per la manciata di ore che ci separano dalla mezzanotte questo paletto lo addobbiamo anche!
- Non mi dire...
- Sì: me ne sto da sola con i miei fantasmi.
- Non sono della tua stessa consistenza, non trovi?
- Mmmh... ti saprò dire...
In questa rubrica Farfarella vi accompagna nell'affascinante mondo dei paletti, mostrando tecniche di fabbricazione antiche e ultime, per paletti d'ogni forma e consistenza: dai Marshmallow a Echelon, dalla matita 2B al pen-drive, davvero vari sono i paletti. Ve n'è anche di tradizionali, s'intende, dipende dal terreno: un conto è Malebolge, un conto la Giudecca.
- Recinzione Prima -
- Ecco: ci siamo noi e ci sono gli altri.
- Eh, ma questa non è mica una distinzione difficile! Bella forza!
- E invece ti sbagli, perché è proprio questa la prima separazione, il primo e più grosso paletto che piantiamo.
- Ma non è un paletto che piantiamo noi, piuttosto ce lo piantano gli altri!
- Ti prego di non essere volgare...
- Scusa...
- Per esempio, quando una donna ti guarda con quella faccia un po' marpiona di una che ti vuol portare a letto, tu cosa pensi di lei?
- Che è lesbica.
- Ok, ma solo perché anche tu sei una donna! E se fosse un uomo?
- Che non è gay.
- Bene, cambiamo esempio. Quando vai dal fornaio a comprare tre panini al latte, lui cosa vuole da te?
- Se non c'è nessuno mi chiede di pagarglieli in natura nel retrobottega, se invece c'è altra gente si accontenta di un euro e sessanta.
- Cambia fornaio.
- Perché?
- Non importa...
- Uffa...
- Insomma, se non capissimo la differenza tra noi stessi e gli altri, non riusciremmo né ad avere qualcosa che ci manca e neppure a dare ciò che abbiamo noi a chi ne ha bisogno.
E' questa distinzione che innanzitutto origina la coscienza di essere incompleti e, in seconda battuta, il desiderio di interagire con gli altri.
- Cioè, senza questa cosa della distinzione, allora io non avrei bisogno di nessuno e sarei felice da sola senza andare dal fornaio?
- Ehm, diciamo che potresti anche metterla così, ma non è proprio questo quello che intendevo...
- Ehi, ma che bello! E' tipo essere un fornaio amante di sé stessi, il tutto nella stessa persona!
- Beh, sì, anche, ma il punto è che questa cosa è impossibile, proprio perchè piantiamo quel primo paletto che è la distinzione fra noi e gli altri...
- Allora io quel paletto non lo voglio, e se mi ricordo dove l'ho piantato lo vado a levare appena passo da quelle parti...
- Mi sa che non hai capito che quello è un paletto metaforico che è inevitabile avere, altrimenti, per esempio, io e te saremmo la stessa persona e io non avrei bisogno di parlarti perché tu sapresti già tutto.
- Cioè, senza quel paletto io sarei un fornaio e tu te ne staresti zitto?
- Sì...
- Ok, vado a toglierlo subito!
- Ma dove stai correndo? Ti ho detto che è una metafora!
- Non mi interessa di che materiale è fatto! Lo toglierò comunque!
- Ma ti ho detto che è una cosa impossibile!
- Staremo a vedere... Però dai, proprio oggi che è la festa della donna, ora che ci penso rinuncio. Per oggi rinuncio.
- Solo perché è la festa della donna? Che ingrata... e poi continui a credere di poter levare questo paletto ...
- Sì, infatti, mi piace l'idea di palpare una cosa fatta di metafora. Ma l'ingrato sei tu: non vedi che vengo dalla tua parte, anche se non sei per niente simile al mio fornaio? Anzi, di più. Facciamo che per la manciata di ore che ci separano dalla mezzanotte questo paletto lo addobbiamo anche!
- Non mi dire...
- Sì: me ne sto da sola con i miei fantasmi.
- Non sono della tua stessa consistenza, non trovi?
- Mmmh... ti saprò dire...
lunedì 2 marzo 2015
Autoironia
...E' importante saper ridere di se stessi ,se si vuole raggiungere un certo equilibrio interiore...
quando ridere di noi stessi ci verra spontaneo e naturale e non sara solo un sorriso forzato è perché avremo capito che non c'è davvero nulla per cui valga la pena di sentirci imbarazzati,rancorosi ,seri , rabbiosi ...
usiamo l'autoironia ogni qualvolta ci sentiamo in uno di questi stati d'animo impariamo a ridere di noi stessi concedendoci la possibilità di condividere scherzosamente le nostre paure , imperfezioni , situazioni imbarazzanti e altri stati d'animo negativi e pian piano tutto verrà ridimensionato
come diceva Thomas Moore italianizzato Tommaso Moro :
"beati quelli che sanno distinguere una montagna da un ciottolo , eviteranno molti fastidi"
Sapeva infatti che la vita non è priva di asperità, ma che molte sofferenze sono causate agli uomini e alle donne dai guai e dalle preoccupazioni che essi stessi improvvidamente si creano.
Lo stesso Tommaso inginocchiato sul patibolo seppe ironizzare rivolgendosi al suo boia prima di essere giustiziato :
sta attento: il mio collo è corto. Vedi di non sbagliare il colpo. Ne andrebbe della tua riputazione». Non si lasciò legare. Da sé si bendò gli occhi con uno straccetto che s'era portato appresso. Quindi, senza fretta, si coricò lungo disteso, appoggiando il collo sul ceppo, che era molto basso. Inaspettatamente si rialzò con un sorriso sul labbro, raccolse con una mano la barba e se la collocò di lato celiando: «Questa per lo meno non ha commesso alcun tradimento»
Cito la sua opera più famosa "Utopia" e ne consiglio la lettura
Essere autoironici e guardare con indulgenza i propri difetti e quelli altrui non significa tenere un atteggiamento sfuggente nei confronti della realtà ma molto spesso è avere una visione molto più attenta e acuta sui problemi .
Curiosità
Una parola ogni tanto:
Utopia termine creato da Tommaso Moro con un gioco di parole ou-topos (cioè non-luogo) ed eu-topos (luogo felice); utopia è quindi, letteralmente un "luogo felice inesistente".
Frasi che a me piacciono assai:
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/sorriso/frase-9014?f=a:1964>
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/saggezza/frase-52595?f=a:1964>
quando ridere di noi stessi ci verra spontaneo e naturale e non sara solo un sorriso forzato è perché avremo capito che non c'è davvero nulla per cui valga la pena di sentirci imbarazzati,rancorosi ,seri , rabbiosi ...
usiamo l'autoironia ogni qualvolta ci sentiamo in uno di questi stati d'animo impariamo a ridere di noi stessi concedendoci la possibilità di condividere scherzosamente le nostre paure , imperfezioni , situazioni imbarazzanti e altri stati d'animo negativi e pian piano tutto verrà ridimensionato
come diceva Thomas Moore italianizzato Tommaso Moro :
"beati quelli che sanno distinguere una montagna da un ciottolo , eviteranno molti fastidi"
Sapeva infatti che la vita non è priva di asperità, ma che molte sofferenze sono causate agli uomini e alle donne dai guai e dalle preoccupazioni che essi stessi improvvidamente si creano.
Lo stesso Tommaso inginocchiato sul patibolo seppe ironizzare rivolgendosi al suo boia prima di essere giustiziato :
sta attento: il mio collo è corto. Vedi di non sbagliare il colpo. Ne andrebbe della tua riputazione». Non si lasciò legare. Da sé si bendò gli occhi con uno straccetto che s'era portato appresso. Quindi, senza fretta, si coricò lungo disteso, appoggiando il collo sul ceppo, che era molto basso. Inaspettatamente si rialzò con un sorriso sul labbro, raccolse con una mano la barba e se la collocò di lato celiando: «Questa per lo meno non ha commesso alcun tradimento»
Cito la sua opera più famosa "Utopia" e ne consiglio la lettura
Essere autoironici e guardare con indulgenza i propri difetti e quelli altrui non significa tenere un atteggiamento sfuggente nei confronti della realtà ma molto spesso è avere una visione molto più attenta e acuta sui problemi .
Curiosità
Una parola ogni tanto:
Utopia termine creato da Tommaso Moro con un gioco di parole ou-topos (cioè non-luogo) ed eu-topos (luogo felice); utopia è quindi, letteralmente un "luogo felice inesistente".
Frasi che a me piacciono assai:
Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere.
Tommaso Moro
Gli uomini, se qualcuno gli fa un brutto tiro, lo scrivono nel marmo; ma se qualcuno gli usa un favore, lo scrivono sulla sabbia.
Tommaso Moro
Signore iddio, dammi il senso dell'umorismo. Fammi la grazia di comprendere uno scherzo affinché nella vita conosca un po' di gioia e possa farne parte anche ad altri.
Tommaso Moro
Sono una ragazza tutta casa e chiesa ma è il tragitto che mi frega
?????????????
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#tuttoniente
La signora Silvana nasce nel 2015
è una blablaologa vi parlera di guerre , olimpiadi , carciofi stufati,braccio di ferro ,bruchi mela bla...bla...bla ...fino ai giorni nostri anzi fino a domani in cui bla...bla...bla...
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