Che tiri più di un carro
di buoi... non lo dice solo la saggezza popolare. È la tesi che Werner Sombart, sociologo ed economista tedesco,
sostenne nel suo curioso libro “Lusso e capitalismo”, scritto nel 1921.
La tesi del discusso
Sombart (fu uno dei tanti intellettuali dell’epoca adombrati dalla loro ambiguità riguardo il nazismo) è che il consumo e il lusso sono stati la molla
principale dello sviluppo del capitalismo. Le corti europee e le grandi città
sono stati i centri del lusso. E il lusso è appannaggio delle belle donne che vogliono
essere circondate di bellezza e
sensualità e pretendono oggetti che incantino i sensi. Esatto: pretendono. Ai
loro mariti, ai loro amanti. Corredi nuziali sontuosi, o pegni di amore più o
meno lecito. Nel bilancio della corte di Versailles, sotto la voce menus-plaisirs, si nascondono ingenti
spese: dagli stipendi fissi e regali
alle favorite al allestimento di feste e spettacoli, che coinvolgevano architetti,
musicisti, pirotecnici, giardinieri... La dama di corte (appunto, la
cortigiana), la “meretrice onesta” (sic!) la favorita in carica, l’attrice di
successo dettano le mode. Oggi le chiameremmo escort di lusso. Le altre donne,
la piccola aristocrazia e l’alta borghesia si potrebbe dire anacronisticamente, così
come le demi-cocottes - prostitute con pretese da escort- , cominciano ad ambire le stesse cose, addomesticando il lusso,
richiedendo ai loro mariti o amanti ricchi vestiti, case sontuose, gioielli
preziosi.
Si concentra a Grasse, in Provenza, la coltivazione di molte materie
prime per i profumi; i guantai che confezionano i guanti profumati formano una
forte lobby. (Poi ci sarebbe tanto da dire sul orrore per l’acqua, facciamo
un’altra volta ok?) Si importano
materie prime esotiche: porcellana, seta, indaco, spezie e aromi, piume. La
quintessenza del lusso: cose perfettamente inutili, bagatelle, pagate a peso
d’oro. (Leggete la storia delle Compagnie
delle Indie e le loro guerre non solo commerciali).
Tra le grandi cortigiane
– “dame di corte” - Sombart cita Laure de Noves (la Laura di Petrarca) o
Lucrezia Borgia. Tra le cocottes e maîtresses della corte francese include la
giovane Maria Antonietta, la quale, anche se moglie legittima, nei suoi anni
come Delfina dovete “gareggiare” con le favorite di Luigi XV, prima fra tutte
Madame du Barry (suscita pietà sapere che queste due donne continuarono a
essere accomunate nella morte: l’amante del vecchio re fu trascinata tra
lacrime e lamenti, “ancora un momento,
signor boia”, al patibolo; solo qualche mese prima la vedova Capeto, spogliata da
tutti i suoi titoli e orpelli, annientata come donna e come madre, aveva subito
con rara dignità la stessa sorte. Tutte e due furono sepolte nelle fosse
anonime del cimitero della Maddalena, protettrice delle prostitute pentite ...)
Non è questo il posto
adatto per disquisire sulla bontà della tesi di Sombart, che era un romantico
del anti capitalismo. Attribuire le “colpe” della sua nascita a queste belle
donne e la loro sensualità senza freni non è un po continuare il filone della “strega
ammaliatrice” o di Eva madre di tutti i mali?
Nel frattempo vedo come,
nel secondo decennio del XXI secolo, i brand del lusso continuano ad aumentare
i loro benefici. E marchi che prima erano esclusivi di reali e banchieri
corteggiano il mercato delle escort e di chi vorrebbe esserlo. Segno
che siamo alle porte di una nuova Bastiglia? Qualche maligno direbbe: magari...
Werner Sombart è stato un noto economista e sociologo tedesco vissuto nel periodo del nazismo. Egli studiò il ruolo del lusso nella nascita del capitalismo e analizzò diversi altri aspetti pubblicando una serie di opere molto note. Vi faccio i miei auguri per il vostro blog!
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