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domenica 8 marzo 2015

La Recinzione

La Recinzione

In questa rubrica Farfarella vi accompagna nell'affascinante mondo dei paletti, mostrando tecniche di fabbricazione antiche e ultime, per paletti d'ogni forma e consistenza: dai Marshmallow a Echelon, dalla matita 2B al pen-drive, davvero vari sono i paletti. Ve n'è anche di tradizionali, s'intende, dipende dal terreno: un conto è Malebolge, un conto la Giudecca.

- Recinzione Prima -

- Ecco: ci siamo noi e ci sono gli altri.
- Eh, ma questa non è mica una distinzione difficile! Bella forza!
- E invece ti sbagli, perché è proprio questa la prima separazione, il primo e più grosso paletto che piantiamo.
- Ma non è un paletto che piantiamo noi, piuttosto ce lo piantano gli altri!
- Ti prego di non essere volgare...
- Scusa...
- Per esempio, quando una donna ti guarda con quella faccia un po' marpiona di una che ti vuol portare a letto, tu cosa pensi di lei?
- Che è lesbica.
- Ok, ma solo perché anche tu sei una donna! E se fosse un uomo?
- Che non è gay.
- Bene, cambiamo esempio. Quando vai dal fornaio a comprare tre panini al latte, lui cosa vuole da te?
- Se non c'è nessuno mi chiede di pagarglieli in natura nel retrobottega, se invece c'è altra gente si accontenta di un euro e sessanta.
- Cambia fornaio.
- Perché?
- Non importa...
- Uffa...
- Insomma, se non capissimo la differenza tra noi stessi e gli altri, non riusciremmo né ad avere qualcosa che ci manca e neppure a dare ciò che abbiamo noi a chi ne ha bisogno.
E' questa distinzione che innanzitutto origina la coscienza di essere incompleti e, in seconda battuta, il desiderio di interagire con gli altri.
- Cioè, senza questa cosa della distinzione, allora io non avrei bisogno di nessuno e sarei felice da sola senza andare dal fornaio?
- Ehm, diciamo che potresti anche metterla così, ma non è proprio questo quello che intendevo...
- Ehi, ma che bello! E' tipo essere un fornaio amante di sé stessi, il tutto nella stessa persona!
- Beh, sì, anche, ma il punto è che questa cosa è impossibile, proprio perchè piantiamo quel primo paletto che è la distinzione fra noi e gli altri...
- Allora io quel paletto non lo voglio, e se mi ricordo dove l'ho piantato lo vado a levare appena passo da quelle parti...
- Mi sa che non hai capito che quello è un paletto metaforico che è inevitabile avere, altrimenti, per esempio, io e te saremmo la stessa persona e io non avrei bisogno di parlarti perché tu sapresti già tutto.
- Cioè, senza quel paletto io sarei un fornaio e tu te ne staresti zitto?
- Sì...
- Ok, vado a toglierlo subito!
- Ma dove stai correndo? Ti ho detto che è una metafora!
- Non mi interessa di che materiale è fatto! Lo toglierò comunque!
- Ma ti ho detto che è una cosa impossibile!
- Staremo a vedere... Però dai, proprio oggi che è la festa della donna, ora che ci penso rinuncio. Per oggi rinuncio.
- Solo perché è la festa della donna? Che ingrata... e poi continui a credere di poter levare questo paletto ...
- Sì, infatti, mi piace l'idea di palpare una cosa fatta di metafora. Ma l'ingrato sei tu: non vedi che vengo dalla tua parte, anche se non sei per niente simile al mio fornaio? Anzi, di più. Facciamo che per la manciata di ore che ci separano dalla mezzanotte questo paletto lo addobbiamo anche!
- Non mi dire...
- Sì: me ne sto da sola con i miei fantasmi.
- Non sono della tua stessa consistenza, non trovi?
- Mmmh... ti saprò dire...

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